Roma, 10 ottobre – Un nuovo modello di gestione dei parti cesarei con l’uso delle nuove tecnologie per limitare un fenomeno che in tutte le regioni d’Italia rappresenta un problema per la salute delle pazienti, del neonato, e per il Sistema Sanitario Nazionale. La pratica del
parto cesareo, infatti,
quando non clinicamente necessario,
comporta rischi di breve e lungo periodo per la salute della donna e del bambino, oltre ad un
incremento di costi diretti ed indiretti legati al parto.
Innovery Spa, azienda leader dell’ecosistema ICT e specializzata nell’analisi ed elaborazione di Big Data, ha avviato una collaborazione con il
CIRPA (Centro Interdipartimentale per la Ricerca in diritto, economia e management della Pubblica Amministrazione) ed il
DIPMED (Dipartimento di Medicina e Chirurgia) coordinati dalla
Prof. Paola Adinolfi dell'
Università degli Studi di Salerno, ottenendo un finanziamento
attraverso i Fondi Europei di Sviluppo Regionale (FESR) della
Regione Campania, per l’elaborazione di un progetto finalizzato a migliorare l’efficienza e l’efficacia del percorso nascite e della relativa spesa sanitaria associata in strutture assistenziali pubbliche e private.
Il progetto denominato
Training, Reorganizing, Evaluating, Enabling for Natural Birth (TREE4NB), di cui Innovery è capofila e che
si concluderà entro maggio 2020, si pone l’ambizioso obiettivo di
ridurre il numero di parti con taglio cesareo clinicamente non necessari nella Regione con il più alto numero di cesarei del Paese, attraverso l’utilizzo di Big Data Analytics, intelligenza artificiale e mobile app: un modello che potrebbe essere utilizzato da tutte le strutture sanitarie interessate, portando a una diminuzione dei parti cesarei in tutto il territorio nazionale.
L’analisi verticale dei Big Data, settore in cui Innovery è all’avanguardia, permette la creazione di modelli validi per tutti i settori socio-economici: proprio questo progetto rappresenta un unicum, anche a livello internazionale, per quanto riguarda i Big Data Analytics.
TREE4NB è
una piattaforma digitale di acquisizione, archiviazione e processamento di dati relativi ad una pluralità eterogenea di variabili cliniche ed extra-cliniche su pazienti, operatori sanitari e struttura assistenziale. Dall’insieme di queste informazioni, attraverso l’utilizzo di algoritmi predittivi, il sistema creato da Innovery e i suoi partner punta a elaborare modelli che avranno un duplice scopo: tutelare la salute delle partorienti e dei nascituri favorendo l’efficientamento del percorso di cure e supportare il processo di digitalizzazione del Sistema Sanitario Nazionale.
Nel raggiungimento di questi obiettivi, saranno inoltre sviluppate soluzioni tecnologicamente avanzate di
data privacy e
data security a tutela della natura ultrasensibile delle informazioni processate in piattaforma grazie alle risorse e le competenze di Innovery nel comparto della cybersecurity.
Il parto cesareo è infatti una procedura con profili di rischio più alti rispetto al parto naturale e con costi più elevati per il SSN. Il parto cesareo comporta per la Struttura Sanitaria un
incremento di costi di circa il 36% rispetto a quello naturale (remunerazione equipe, farmaci e materiali necessari all’ intervento chirurgico, incremento dei costi di degenza). I costi sono assorbiti dal SSN nelle strutture pubbliche mentre sono a carico della paziente in quelle private (circa 1.500 euro che possono arrivare a 6.000).
Un tema che ha dimensioni europee e che ha le sue radici in un trend globale: in Europa, ogni anno, si stimano circa 160.000 tagli cesarei non necessari con un surplus di costo associato pari a 156 milioni di euro (dato 2017), ma nei primi anni duemila si è assistito a un’impennata dei parti cesarei che sono passati da 16 milioni (12.1% di tutte le nascite) nel 2000 ai 29.7 milioni (21.1% del totale) nel 2015.
Non è un caso che proprio la Regione Campania abbia finanziato la ricerca: il progetto potrebbe dimostrarsi un ottimo supporto per ridurre il ricorso alla pratica del taglio cesareo, fenomeno che nella Regione raggiunge la percentuale del 59,5%, sebbene l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomandi di non superare il 15% dei parti per ogni Regione.
“Siamo lieti di essere i capofila di un progetto così ambizioso e innovativo per la Regione, avviato grazie alla collaborazione con l’Università degli Studi di Salerno. - spiega
Gianvittorio Abate,
ad di Innovery Spa – Per la sua realizzazione abbiamo utilizzato una combinazione di piattaforme digitali, facendo leva sulla nostra consolidata expertise nel campo dei Big Data Analytics on cloud, e nel settore dei data security; tecnologie che Innovery sa creare e utilizzare grazie al know-how dei suoi dipendenti e che possono avere un’infinità di applicazioni, non solo in campo sanitario, ma in moltissimi altri settori della società”. InnoveryInnovery (www.innovery.net), con sede in Italia, Spagna e Messico, è un system integrator internazionale che offre servizi estremamente diversificati ai propri clienti focalizzandosi su task verticali ad elevata complessità tecnologica con una forte storica specializzazione nel comparto cyber security, cui si affiancano ulteriori comparti e specializzazioni evolute nel comparto dell’ICT. Fondata nel 2000 dall’ing Gianvittorio Abate, l’azienda vanta tra i propri clienti alcune delle più importanti industrie, istituti finanziari, operatori di telecomunicazione, uffici della Pubblica Amministrazione, nonché imprese dei settori Gaming ed Utility sia nazionali che internazionali.Negli ultimi tre anni i ricavi aziendali sono quasi raddoppiati, raggiungendo un fatturato di oltre 27 milioni nel 2018. L’organico è stato ampliato del 230% e oggi conta circa 260 dipendenti. Sono state ottenute 5 certificazioni di qualità e strette oltre 20 partnership con i maggiori operatori del settore tecnologico.PER ULTERIORI INFORMAZIONI
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